Come Mosè, nell’intimità con il Dio fedele

In questa intimità con il Dio fedele, lento all`ira e ricco di grazia (cfr. Esodo 34, 6:

“Il Signore passò davanti a lui proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà…”) Mosè attinge la forza. La sua intercessione è tenace. Non prega per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il combattimento contro gli Amaleciti o per ottenere la guarigione di Maria, Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo l`apostasia del popolo che egli sta sulla breccia (Sal 106,23) di fronte a Dio per salvare il popolo. Gli argomenti della sua preghiera (l`intercessione è anch’essa un misterioso combattimento) ispireranno l`audacia dei grandi oranti del popolo ebreo, come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.” (CCC 2577)

Con la preghiera d’intercessione partecipiamo alla misericordia di Dio, che si estende a tutti gli uomini

“Ogni cuore, misericordioso presso Dio, intercede sin dai tempi di Abramo per gli altri e prega per loro. Nei tempi della Chiesa, l’intercessione dei cristiani partecipa all’intercessione di Cristo, è espressione della comunione dei santi, nell’intercedere ogni orante prega “senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri” (Fil 2, 4) – sì, fino a pregare per coloro che gli fanno del male.(2635 CCC). “L`intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù. È lui l`unico intercessore presso il Padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori.” (CCC 2634)

Il Papa a Santa Marta dice:

“Affidiamoci a Gesù che prega sempre per noi”, ed aggiunge: “Noi fratelli dobbiamo pregare gli uni per gli altri”.
“Quando si condivide in questo modo l`amore salvifico di Dio, si comprende come ogni necessità possa diventare oggetto di domanda. Cristo, che tutto ha assunto al fine di tutto redimere, è glorificato dalle domande che noi rivolgiamo al Padre nel suo nome. In forza di questa certezza che Giacomo e Paolo ci esortano a pregare in ogni circostanza. ” (CCC 2633)